Anticamente chiamata Silva, in relazione alla ricchezza di vegetazione della zona, o Castel Belfiore o Castrum Silvi (nel medioevo), Silvi sorge alle pendici delle colline di Città Sant’Angelo ed Atri. Si caratterizza per una parte balneare, Silvi Marina creata nel corso dell’ottocento da pescatori che si trasferirono più vicini alla costa, mentre il suo centro storico si trova nella parte collinare, Silvi Paese, di origini medievali, da cui si può godere di panorami suggestivi.
La Storia
Il territorio di Silvi, in particolare la zona costiera, fu abitato da tempi molti antichi. Le invasioni da parte di popoli stranieri obbligarono le prime comunità all’abbandono degli insediamenti costieri e a uno spostamento verso le alture. Silvi Paese nacque durante il periodo alto medievale attorno al Castello. Fu feudo benedettino della diocesi di San Giovanni in Venere di Lanciano e partecipò a numerose guerre di conquista e consolidamento, spesso molto sanguinose.
Da vedere
L’antica Silvi costituisce il centro nevralgico della storia del borgo. La chiesa di San Salvatore, risalente al 110, sorge proprio in questa parte del borgo. Si tratta di un edificio ad una navata che conserva al suo interno due acquasantiere risalenti al periodo medievali e alcuni affreschi della metà del duecento. Poco distante è possibile visitare la Chiesa di San Rocco, costruita nel cinquecento, ma rimaneggiata poi nel corso dell’ottocento. La Torre di Cerrano nacque nel cinquecento come fortezza di avvistamento contro le invasioni dei pirati Turchi. La sua posizione segna il confine con Silvi Marina. Proprio sotto la torre sorge il porto di Adria, di epoca non databile ma molto antica, rappresentava un luogo di passaggio di importanza strategica. Da non perdere le bellissime spiagge sabbiose e con bassi fondali di Silvi Marina e l’area Marina protetta di Torre del Cerrano.
Cosa fare
Tra le tradizioni più importanti di Silvi troviamo quella de Lu Ciancialone. Nata nel XVI secolo, si tratta della commemorazione della sconfitta degli invasori Turchi da parte della comunità di Silvi. La leggenda racconta che un giovane di nome Leone scese dalla collina con una fiaccola in mano, dirigendosi verso gli invasori. La fiaccola emanò una luce sempre più intensa, tanto che gli invasori credettero che un intero esercito fosse lì ad aspettarli e fuggirono. L’evento viene festeggiato l’ultima domenica di maggio nella frazione Silvi Paese (o chiamata anche Belvedere di Silvi). Nella piazza principale del borgo viene issato un grosso cilindro di canne, alto fino a dieci metri, che viene bruciato e attorno al quale si festeggia fino a quando il rogo non cessa di ardere. Dal primo venerdì dopo la metà di luglio, fino al martedì seguente, viene organizzata la mostra delle arti e dei mestieri “di una volta”. Il borgo di Silvi Paese rivive l’antico passato attraverso le figure del marinaio, del falegname, del fabbro, della tessitrice, del contadino. Le vie si animano con antiche botteghe, per rievocare l’ambiente medievale, e stand gastronomici dove è possibile degustare i prodotti locali. Nel corso delle serate vengono organizzati numerosi spettacoli ed eventi come la corsa degli asini, la corsa coi sacchi e il celebre ballo della pupa.